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Il rumore è una sorgente di rischio caratterizzata da diversi parametri che la rendono particolarmente complessa da analizzare e gestire. Analogamente, il processo di verifica di adeguatezza degli otoprotettori scelti, richiede di tenere in debita considerazione questi elementi.

La verifica di adeguatezza è un obbligo normativo

La verifica di adeguatezza degli otoprotettori viene richiamata già a livello normativo. L’articolo 190 comma 1 lettera l, infatti, prevede quanto segue:

“1. Nell’ambito di quanto previsto dall’articolo 181, il datore di lavoro valuta l’esposizione dei lavoratori al rumore durante il lavoro prendendo in considerazione in particolare:

l) la disponibilità di dispositivi di protezione dell’udito con adeguate caratteristiche di attenuazione.”

L’articolo 193 comma 2 D.Lgs. 81/2008 precisa che:

“2. Il datore di lavoro tiene conto dell’attenuazione prodotta dai dispositivi di protezione individuale dell’udito indossati dal lavoratore solo ai fini di valutare l’efficienza dei DPI uditivi e il rispetto del valore limite di esposizione. I mezzi individuali di protezione dell’udito sono considerati adeguati ai fini delle presenti norme se, correttamente usati, e comunque rispettano le prestazioni richieste dalle normative tecniche.”

La mancata verifica di adeguatezza degli otoprotettori, all’interno della valutazione del rischio specifico, può determinare sanzioni pari all’arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro. Tuttavia, il rischio maggiore per il datore di lavoro è di sottostimare un rischio, considerando come adeguati dei DPI che non lo sono, e ritrovarsi con malattie professionali per le quali, il mancato rispetto di una norma vigente, determini una responsabilità oggettiva con rivalsa da parte dell’INAIL per le somme corrisposte al lavoratore, oltre al procedimento penale per lesioni colpose aggravate, che rientra tra i reati previsti dal D.Lgs. 231/01, per cui è prevista anche la responsabilità organizzativa dell’ente.
Come si effettua la verifica di adeguatezza degli otoprotettori

L’articolo 190 comma 3 prevede che:

“3. I metodi e le strumentazioni utilizzati devono essere adeguati alle caratteristiche del rumore da misurare, alla durata dell’esposizione e ai fattori ambientali secondo le indicazioni delle norme tecniche. I metodi utilizzati possono includere la campionatura, purché sia rappresentativa dell’esposizione del lavoratore.”

Ricordiamo che il D.Lgs. 81/08 riserva alle norme tecniche un ruolo specifico e non obbligatorio (art. 2 comma 1 lettera u):

“u) «norma tecnica»: specifica tecnica, approvata e pubblicata da un’organizzazione internazionale, da un organismo europeo o da un organismo nazionale di normalizzazione, la cui osservanza non sia obbligatoria;”

Tuttavia, il rispetto delle norme tecniche determina la c.d. “presunzione di conformità” che, in ambiti molto complessi, è un elemento molto importante nell’ottica della tutela del lavoro del professionista.

Le norme tecniche di riferimento, per la valutazione del rischio rumore, sono:

UNI EN ISO 9612:2011

UNI 9432:2011

Tuttavia, solo la 9432 riporta, all’Appendice C, come valutare l’adeguatezza degli otoprotettori.

Sono previsti 3 metodi, sarebbero 4 ma un metodo viene specificatamente sconsigliato dalla norma, per valutare l’attenuazione degli otoprotettori, tutti atti a determinare il c.d. L’Aeq, ovvero il livello equivalente calcolato tenendo conto dell’attenuazione prodotta dagli otoprotettori:

Metodo SNR

E’ quello più semplice ma meno preciso. In sostanza, si misura, oltre al LAeq, anche il LCeq. A quest’ultimo, verrà sottratto il valore di SNR riportato dal produttore dell’otoprotettore, per derivare il L’Aeq, ovvero il valore attenuato, tenendo conto dell’attenuazione reale applicando il parametro:

β = 0,75 per le cuffie

β = 0,5 per gli inserti espandibili

β = 0,3 per gli inserti preformati

Metodo HML

In questo caso, il produttore fornisce 2 valori di attenuazione, considerando la distribuzione sulle bande d’ottava della capacità di protezione. In base alla differenza tra il LAeq e LCeq, si sceglierà il valore da utilizzare. E’ leggermente più preciso dell’SNR.

Metodo a bande d’ottava (metodo consigliato dalla norma)

Per poter applicare questo metodo, è necessario che il fonometro sia dotato di filtro a bande d’ottava, ovvero che sia in grado di registrare anche i valori per singola banda d’ottava di frequenza. Con questo metodo, si andrà ad abbattere per singola banda d’ottava, il valore misurato utilizzando i dati forniti dal produttore dell’otoprotettore.

L’attenuazione per ogni banda d’ottava sarà data da

APVf = Mf – fc x sf

APVf è l’attenuazione ottimale presunta

Mf è l’attenuazione riportata dal produttore per singola banda

sf è lo scarto delle attenuazioni misurate. Dato fornito dal produttore degli otoprotettori

fc è un valore che estende lo scarto per ottenere la maggiore protezione dei lavoratori: fc = 1 84% della popolazione, fc = 1,65 95% della popolazione, fc = 2 98% della popolazione. La norma consiglia l’uso del valore 1,65 o 2. Applicando il coefficiente di 2 si ha una protezione maggiore della popolazione.

Determinato il valore di APVf per ogni banda d’ottava, in base alle indicazioni date dal produttore, sarà sufficiente dedurre questo valore da quello per singola banda d’otteva:

L’eq,f = Leq,f – β * APVf

Dove β è un parametro correttivo, denominato correzione dell’attenuazione reale, atto a tenere conto delle difficoltà di utilizzo delle singole tipologie di otoprotettore:

β = 0,75 per le cuffie

β = 0,5 per gli inserti espandibili

β = 0,3 per gli inserti preformati

Questi valori possono esser aumentati mediante:

a. addestramento dei lavoratori molto accurato e ripetuto frequentemente;

b. controllo rigoroso circa il corretto uso dei dispositivi di protezione auricolare loro affidati;

c. predisposizione e attuazione di specifiche procedure, in merito alla conservazione dei dispositivi di protezione auricolare e alla loro sostituzione al fine di garantire nel periodo di uso l’efficienza originaria.

Il metodo OBM, quindi, è estremamente preciso in quanto è in grado di discriminare i rumore che hanno una distribuzione particolare. Considerate che gli otoprotettori vanno ad attenuare le bande d’ottava più alte che sono anche quelle ritenute più pericolose per la salute. In presenza di un rumore basso, il metodo SNR potrebbe sovrastimare l’efficacia dell’otoprotettore.
Come verificare l’efficacia degli otoprotettori su AimSafe

Per poter effettuare la verifica di adeguatezza degli otoprotettori, è necessario inserire, nella maschera di caricamento dei valori misurati, anche i valori di LCeq, se si applica il metodo SNR, o i valori alle diverse bande di ottava.

Fatto questo, dovremo andare a verificare se gli otoprotettori che utilizziamo sono già presenti in banca dati, altrimenti, dovremmo aggiungerli al catalogo “otoprottetori”.

Fatta questa verifica, in fase di assegnazione dei tempi di esposizione al singolo compito, sarà sufficiente indicare anche l’otoprotettore utilizzato in quella situazione specifica.

Già da questa schermata, potremo valutare l’adeguatezza dell’otoprotettore in base al valore di LAeq,DPI.

Se il valore è maggiore di 80, l’attenuazione è insufficiente

Se compresa tra 75 e 80 o tra 65 e 70, è accetabile

Se compresa tra 70 e 75 è buona

Se inferiore a 65, ci troviamo in una condizione di iperprotezione. Questa condizione può essere comunque ritenuta accettabile previa verifica dell’assenza di controindicazioni legate all’ascolto di segnali acustici di pericolo, allarmi o particolari sensazioni di isolamento manifestate dal lavoratore.

All’interno dei report generati da AimSafe per essere inseriti come allegato alla valutazione del rischio rumore, vi sono due report denominati:
Tabelle di calcolo dell’attenuazione (bande d’ottava)
Tabelle di calcolo dell’attenuazione (SNR)
 
 

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