L’ISS ha pubblicato un nuovo rapporto COVID-19 dedicato che analizza come le varianti, derivanti da replicazioni anomale del virus, possono destare preoccupazione in quanto possono risultare maggiormente aggressivi e più resistenti ai trattamenti, e al processo di vaccinazione in corso.
Il documento è volto a dare indicazioni per fronteggiare le varianti e, contestualmente, sulla gestione delle persone vaccinate, considerando che la campagna vaccinale sta proseguendo.
Riportiamo di seguito gli elementi principali contenuti nel documento.
- 1. Anche per quanto concerne le varianti, rimangono valide le indicazioni già previste in merito al distanziamento, protezione personale e igiene. Tuttavia, si raccomanda di elevare il distanziamento fisico fino a 2 metri dove questo sia possibile e, in particolar modo, in tutte le situazioni nelle quali venga rimossa la protezione respiratoria;
- Per i soggetti vaccinati, è dimostrata una riduzione dei casi di malattia e di gravità della stessa. Tuttavia, non è ancora dimostrata un’immunità all’infezione e, quindi, alla capacità di essere portatore della malattia. Pertanto, anche coloro che sono stati vaccinati, devono rispettare le medesime indicazioni del resto della popolazione, per quanto concerne distanziamento, protezione personale e igiene;
- Una persona, anche se vaccinata, in caso di contatto stretto con un positivo, dovrà rispettare le procedure previste per il resto della popolazione: comunicare il contatto al proprio medico, rimanere in quarantena per 10 giorni con tampone negativo alla fine o 14 giorni, non recarsi in azienda per 14 giorni dall’ultimo contatto con la persona risultata positiva;
- Le persone esposte ad un caso COVID-19, identificate come contatti stretti, non devono recarsi presso i p unti vaccinali fino a quando non è terminata la quarantena (10-14 giorni);
- Coloro che hanno già contratto la malattia possono vaccinarsi. Per coloro che hanno avuto la malattia tra i 3 e i 6 mesi prima della vaccinazione, è sufficiente un’unica dose. Recenti studi indicano effetti secondari del vaccino (mal di testa, febbre, brividi, debolezza) maggiori nelle persone che avevano già contratto la malattia.
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